Dopo il mio ultimo intervento in questa Stanza, non potevo non soffermarmi un attimo sul nostro Sommo Maestro, la nostra Guida, lo Spirito della Letteratura: Dante Alighieri. Perchè? Perchè anche se falsa (?), l'ignoranza del Grande Fratello non può comunque trattare così Dantino!14.223 endecasillabi e 100 canti. Non so se rendo vagamente l'idea di quanto sia complessa, costruita e semplicemente spettacolare questa Divina Commedia. Detto ciò, pensavo: "Perfetto, la Divina Commedia è un capolavoro della letteratura...ma solo questo? Non è nient'altro che un insieme di versi, certo divini, ma pur sempre versi? Oppure è qualcosa di più?" Ovvio che si! Tralasciando tutto ciò che si potrebbe dire su questa opera, che non basterebbe tutto lo spazio del blog per illustrarne almeno la metà, pensavo che oggi potremmo divertirci (o almeno, potrei divertirmi) a trovare dei paragoni moderni tra l'Italia del 1300 e la nostra attuale Italia, così malata e lacerata che stentiamo noi stessi a riconoscerla. Verrebbe subito da pensare che quei sette secoli che, ahimè, ci separano da Dante, siano abbastanza per dividere l'Italia di allora e l'Italia di ora...ma ci sbagliamo, eccome se ci sbagliamo! L'Italia del '300 era lacerata dai conflitti politici dei vari Comuni, e Firenze in particolare era divisa tra due fazioni politiche: i Guelfi e i Ghibellini. Senza contare ovviamente tutte le conseguenze di una guerra politica interna: tradimenti, corruzioni, ipocrisie anche tra amici. Esilio (e il nostro Dantino lo sa benissimo).Questo popò di roba per dirvi che in sette secoli l'Italia si sarà pure unita e democratizzata, ma essenzialmente non è che sia cambiata più di tanto...Nessun tono pessimistico, cari ragazzi. La pura verità.Di seguito dunque vi propongo tre passi della Divina Commedia per confermare che questa "tradizione" continua. Ovviamente la Commedia è piena di questi riferimenti, ve ne propongo solo tre e dei passi più famosi per evitare che vi suicidiate dalla noia...
Inferno, Canto Terzo, versi 34-36; 64-69:
Inferno, Canto Terzo, versi 34-36; 64-69:
"Questo misero modo
tegnon l'anime triste di coloro
che visser sanza 'nfamia e sanza lodo"
[...]
"Questi sciaurati, che mai non fur vivi,
erano ignudi e stimolati molto
da mosconi e da vespe ch'eran ivi.
Elle rigavan lor di sangue il volto,
che, mischiato di lagrime, a' lor piedi
da fastidiosi vermi era ricolto".
Gli ignavi. Coloro che non furono né vivi né morti. Coloro che non fecero nessuna scelta, o che non furono nulla, se non lecchini ora di uno ora di un altro.Vi è familiare questa situazione, per caso? I nostri politici, ammettiamolo...si fanno un pò troppo i conti di tasca loro, eh? Vanno prima a destra, poi a sinistra, poi al centro, si alleano con questo o con quello...dove più conviene, si muovono!Dante impone agli ignavi una pena dolorosa, ovvero quella di camminare dietro ad una bandiera senza insegna, punti da vespe e mosconi e con vermi ai loro piedi. Pena dolorosa ma direi altrettanto umiliante e significativa. Camminano tra i vermi, come loro lo sono stati in vita. Una punizione esemplare…
Inferno, Canto Diciottesimo, versi 34-39; 112-117:
"Di qua, di là, su per lo sasso tetro
vidi demon cornuti con gran ferze,
che li battien crudelmente di retro.
Ahi come facean lor levar le berze
a le prime percosse! Già nessuno
le seconde aspettava né le terze”.
[...]
“Quivi venimmo; e quindi giù nel fosso
vidi gente attuffata in uno sterco
che da lì umani privadi parea mosso.
E mentre ch’io là giù con l’occhio cerco,
vidi un col capo sì di merda lordo,
che non parea s’era laico o cherco”.
Il girone degli adulatori e lusingatori. I primi frustati dai demoni e i secondi immersi nella…merda, appunto. Un canto così volgare e sporco da far invidia ad uno scaricatore di porto. Eppure Dante riesce ad elevare persino lo sterco ad un'immagine carica di significato, un'immagina piena di colori e di odori che sembrano veri, reali. Sentiamo perfettamente la puzza dello sterco, vediamo l'oscurità che regna sovrana, sentiamo le loro grida...Adulatori e Lusingatori. I lecca-piedi, per dirla in poche parole. I raccomandati. Chi con complimenti e "qualche" spicciolo riesce ad adulare e sedurre anche la persona più onesta del mondo. Alcuni dei peggiori sulla faccia della terra, che meritano sicuramente una punizione così schifosa..
E per finire, la terzina delle terzine, i tre versi che racchiudono perfettamente, ora come allora, la situazione italiana.
Purgatorio, Canto Sesto, versi 76-78:
“Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello”.
Non credo ci sia nemmeno il bisogno di un commento...